martedì 15 gennaio 2013

LA PROSTITUZIONE DEL GIORNALISMO

Ci sono modi diversi di fare giornalismo, in particolare in tv (la cosa vale comunque per il giornalismo "di scrittura"). C'è quello di Santoro, che ha come unico obiettivo lo share, l'auditel e lo spettacolo. Lo si è visto con Berlusconi: le domande e gli interventi facevano parte dell'impianto scenico, tutto era volto a valorizzare  le caratteristiche dei vari attori in studio, nessuno era interessato alla verità. Berlusconi non è stato quasi mai incalzato, e, quando è stato interrotto, lo si è fatto in una logica che poco aveva a che fare con lo spirito che un giornalista dovrebbe avere.
C'è quello poi di Ilaria D'Amico che con qualche giorno di ritardo ci regala un assaggio di quello che avrebbe potuto essere. Non si fa mettere i piedi in testa, tiene il polso della situazione, incalza l'ospite (anche in questo caso Berlusconi), non fa la vittima,. vittimismo che, invece, è il core business del duo Santoro Travaglio.



Mi ha ricordato un film del 2008: Frost/Nixon. Il primo tempo è tutto di Santoro. Il secondo tempo dei giornalisti con la schiena dritta che fanno il loro lavoro con passione.

P.s. Santoro ha dato una mano a Silvione perché ora può fare le solite scenate sui sondaggi e sul suo recupero. Non funzionerà se sapremo dettare noi l'agenda di queste settimante presentandoci con le nostre proposte di governo.

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