giovedì 8 dicembre 2011

CHIESE E ORATORI

Un'altra delle cose che non è proprio così come la raccontano è far pagare l'Imu alla chiesa.
Ieri, dal mio profilo facebook, ho detto che trovavo giusto far pagare l'Imu per le proprietà commerciali che fanno riferimento al Vaticano: la cosa sta dentro un principio di equità facilmente riscontrabile nel Vangelo.
Ho poi scoperto che in realtà la Chiesa dovrebbe già pagare, e non ho nessun motivo per credere che non lo faccia. Se così non fosse, lo Stato si attivi per recuperare i soldi che gli spettano.
Se la norma non è chiara , la si rettifichi in senso restrittivo, facendo pagare chi deve pagare.
Se parliamo invece di far pagare l'Imu per Chiese e Oratori, rispondo che, come per tutte le altre organizzazioni no-profit, sarebbe un errore. Credo tutti lo possano riconoscere: le reti religiose e associative fanno tessuto sociale, lo rinforzano e lo rigenerano.
Pensare di recuperare fondi da questo sarebbe intollerabile per chiunque, ci si riferisca a organizzazioni laiche o religiose, perché si andrebbe ad indebolire un tessuto sociale già ampiamente martoriato.
Vi assicuro che coi bar degli oratori non ci si guadagna, talvolta non si riesce ad andare nemmeno in pari.
Ecco, tutto qui.

CARI AMICI DI CL

Stamattina leggevo su Repubblica questo articolo, dove è riportata una intercettazione riguardo il malaffare lombardo.
Copio dal blog di Andrea Sarubbi, che a sua volta copia dal blog di Gad Lerner.
Invito i miei amici di Comunione e Liberazione (sì, ne ho parecchi, specie fra i vecchi compagni di scuola) a leggersi l’articolo di Paolo Berizzi su ‘La Repubblica’ di oggi. (…) Credo che il vostro vecchio Don Gius si rivolti nella tomba, a essere citato come grimaldello per furbizie più o meno tangentare. Forse è venuto il momento per voi del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione di fare qualcosa: liberatevi degli affaristi, scacciate i mercanti dal Tempio. (Gad Lerner) 
Anch’io ve lo chiedo, cari amici di Cl, con la stessa forza con cui l’altro giorno ho difeso la Colletta alimentare. E non mi spinge tanto il desiderio di rimarcare le differenze politiche tra noi, ve lo garantisco, quanto piuttosto l’amore per il Vangelo: perché per colpa di quei mercanti, pochi o tanti che siano, qualcuno ha già smesso di entrare nel Tempio da un po’ e tanti altri potrebbero smettere presto. Ci avete pensato? (Andrea Sarubbi)
Lo dico con il cuore in mano pure io, che credo fermamente nella ricerca di uno stile diverso e condiviso che derivi dal Vangelo. Divisioni politiche, ma stile sobrio, al servizio, in ascolto, lontano dal malaffare.
Lo dico io che credo fortemente alla necessità di riportare all'interno delle nostre comunità la politica, e credo con altrettanta forza che lo si debba fare necessariamente insieme.
Lo dico io che conosco tante brave persone di Cl.
Lo dico non per interesse politico, ma perché credo che siamo noi, tutti, a dover dare testimonianza, perché è da questo, più che con le battaglie politiche e i soldi, che riporteremo i nostri fratelli e le nostre sorelle ad impegnarsi nella vita sociale e politica.

E LA LEGITTIMA SPERANZA DI REALIZZAZIONE?

Un bel pezzo sul Sole, segnalato da Pietro Raffa.
È probabile che, alla fine, si recuperino risorse per alzare quella soglia (e probabilmente quella di esenzione Imu). E questo sarà il risultato che Cgil, Cisl e Uil attribuiranno alla loro lotta. Se ciò accadrà sarà comunque un bene, ma non metterà a fuoco il vero tema sociale: il riequilibrio del patto di solidarietà tra le generazioni, la necessità di dare a chi ha oggi 18-20 anni una serena idea di futuro, una legittima speranza di realizzazione, di fiducia nelle proprie possibilità e nelle condizioni di vita e di reddito future.
Qui l'articolo completo (che consiglio, perché fa ulteriori riflessioni interessanti sul tema).

DIARIO DELLA MANOVRA

Il Pd fa una bella iniziativa.
Il diario della crisi.
Perché ci stanno (stiamo) provando a migliorare questa manovra. 

LA CONSAPEVOLEZZA

Francesco Costa sul Post evidenzia come le notizie che circolano in questi giorni, rispetto al famoso acquisto dei caccia bombardieri, siano state un tantino utilizzate in modo demagogico.
La faccenda è semplice: i 13 miliardi (non 15, né 16, né 17) saranno spesi e spalmati da qui al 2026, perciò il risparmio sarebbe, per quest'anno, di circa 500 milioni; questa cifra, ovviamente, non serve a coprire le pensioni, come insistentemente detto ieri dall'onorevole Donadi, che, come il miglior Berlusconi, per avere qualche consenso in più ha buttato un po' di fumo negli occhi degli italiani, salvo poi rettificare su giornalettismo.com (continuo a pensare che Idv e Sel stiano facendo sciacallaggio sugli italiani, oltre che sul PD,  e che le nostre strade si dovranno dividere se si continua così).
Qui trovate il tutto spiegato in modo chiaro.
Ovviamente con questo non voglio dire che le spese militari non vadano tagliate, anzi, ma per dire che devono essere tagliate sarebbe meglio avere chiaro di cosa si sta parlando.
E faccio ammenda io per primo.
Non è la prima né l'ultima notizia che in queste ore circola in maniera incontrollata, senza che abbia fondamento. Occhi aperti, tutti.
Perché il sale della democrazia, prima ancora che il voto, è la consapevolezza.
P.s. l'Italia spende per le spese militari l'1,7% del Pil, sotto la spesa di molti paesi, livello più basso dal 1988. Si può e si deve fare meglio, però almeno sappiamo di cosa parliamo.